Introduzione al tema trattato
Uno dei problemi principali quando parliamo di organico di reparto è il numero di infermieri in relazione al numero di pazienti. In Italia, non esiste un obbligo di rapporto infermiere/paziente, ma una norma del 1988, ci fornisce delle indicazioni sul numero di infermieri da avere in organico. Nei paesi anglosassoni, noti per una profonda responsabilità, sopratutto in sanità, hanno più volte affrontato la questione.
Sembrerebbe infatti che alcune nazioni mirino a determinare, con estrema precisione, il numero di pazienti per ogni infermiere. Norma che obbligherebbe le strutture sanitarie ad un adeguamento.
In Italia, la normativa di riferimento è, come suddetto, decisamente datata. Inoltre, in quasi vent’anni di spending review e di riduzione del budget, la sanità versa in una situazione critica. Una situazione che fa temere per l’erogazione dei servizi minimi e che di conseguenza non potrà mai portare a considerare l’aspetto qualitativo del problema.
La mancanza di infermieri e medici ha portato a tagli ulteriori di personale, a fronte di una domanda che in realtà si presenta sempre crescente. Ed ecco che infermieri si ritrovano a prendersi cura di 15 o 16 pazienti. Una follia all’italiana. Nessuna regione è risparmiata da questa tossica visione della sanità pubblica. Dal Veneto alla Lombardia e dalla Sicilia alla Puglia, tutti guardano la sanità come un costo da tagliare, partendo ovviamente dalla voce in bilancio per le Risorse Umane.
E al di là delle comuni pubbliche dichiarazioni propagandistiche, dell’uno o l’altro politico di turno, il risultato è sempre lo stesso. La sanità italiana è allo sfascio. E nulla di concreto è stato fatto per risolvere il problema.
Basterebbe comprendere che un inadeguato rapporto Infermieri/Pazienti è motivo di un aumento di infezioni ospedaliere, morte del paziente, errori terapeutici e cadute.
La Normativa sull’Organico di Reparto
In Italia, come già detto, non esiste una legge che determina l’organico minimo di personale infermieristico in base ai posti letto. Questo viene demandato alle Regioni che istituiscono dei propri standard e requisiti.
Le regioni comunque, si appoggiano ad una norma, ovvero il DM (Decreto Ministeriale) 13/9/1988 (Scaricabile a questo link) – “Determinazione degli standard del personale ospedaliero” che risulta tuttora il documento di riferimento assoluto.
Come detto, successivamente le Regioni determinano i propri standard, pubblicando le loro direttive/leggi regionali.
Il Rapporto Infermiere/Paziente
Andando però ad analizzare quelle che sono le specifiche dettate dal Decreto Ministeriale suddetto, l’articolo 3 identifica il rapporto tra Infermieri (e Medici) e Pazienti necessario per la gestione di un reparto.
I rapporti sono ovviamente differenziati per area:
8 Posti Letto Terapia intensiva | 24 infermieri |
8 Posti Letto Terapia sub intensiva | 12 infermieri |
20 Posti Letto Specialità ad elevata assistenza | 22 infermieri |
20 Posti Letto Specialità a media assistenza | 16 infermieri |
32 Posti Letto Specialità di base | 17 infermieri (Chirurgia e Medicina) 12 Infermieri (Ostetricia – 20 posti letto) 12 Infermieri (Geriatria – 20 posti letto) 13 infermieri (Riabilitazione – 32 posti letto) 13 Infermieri (Lungodegenza – 32 posti letto) |
Bisogna però ricordare che questo rapporto, non indica un rapporto minimo, bensì un’indicazione generale. I rapporti minimi vengono definiti su base regionale. A tal proposito, sono state rilasciate le Linee d’indirizzo regionali per la rideterminazione delle dotazioni organiche (scaricabili a questo link).
Alleghiamo due comode tabelle, estratte dalle linee guida sopra pubblicate.
Ad ogni modo, è sufficiente consultare quanto pubblicato nei BUR (Bollettini Ufficiali Regionali) di ciascuna Regione per comprendere quale è il numero minimo di infermieri necessario nella nostra unità di degenza.
Conclusioni
L’articolo può sembrare poco chiaro o poco ricco di informazioni, ma purtroppo è quanto disponibile attualmente sul lato normativo quando si parla di organico di reparto. Questo profondo gap con il resto d’Europa è probabilmente uno dei motivi per cui esiste così tanta disparità a livello regionale in ambito assistenziale.
Fonti Utilizzate: