Gentile Lettore,
Inizio l’articolo con un chiaro riferimento al titolo del nuovo libro di un Ministro, ritirato inspiegabilmente poco prima dell’uscita e per cui Report ha dedicato l’introduzione di un interessante reportage (LINK).
In Italia, come si è sempre fatto, si procede ad indagare solo nei momenti di grave inadempienze, perdendo ogni volta la possibilità di eseguire il lavoro preventivo di monitoraggio, che dovrebbe evitare il ritrovarsi in queste situazioni emergenziali.
Partendo dal tema spinoso del Piano Pandemico, fino ad arrivare alle dubbie motivazioni dell’una dell’altra commessa, che ci porta a comprare carichi di Dispositivi di Protezione Individuale dall’estero, nonostante la nostra produzione ormai in grado di coprire il fabbisogno nazionale, la gestione di questa Pandemia, grazie anche al contributo dei cittadini, sembra andare sempre più alla deriva.
In piena prima ondata, la presenza di un Piano Pandemico, che si indaga attualmente per verificare che fosse aggiornato (Vedi Link Fonti in Basso), e la mancanza di preparazione aggiornata e continua del personale medico ed infermieristico, discorso ignorato da alcune Asl e Usl; ha portato ad una confusione ingestibile, che ha fatto collassare l’intero sistema sanitario nazionale per alcune settimane.
Ed ecco che come nella primavera del 1917, l’Italia rivive una nuova disfatta, non dissimile da quella di Caporetto. Non ci sono tedeschi e austrungarici al fronte, ma un virus che viene da chissà quale parte del mondo e si muove tra la popolazione e sul territorio nazionale, da chissà quante settimane, o addirittura mesi. Non abbiamo al comando, Cadorna, ma un nuovo governo di larghe intese, tra sinistra e movimento cinque stelle. Infine, in modo non dissimile alla storica disfatta, abbiamo delle difese non aggiornate, in difficoltà e con scarse strumentazioni; tra i ranghi dei nostri “eserciti”, personale stanco e già provato da una situazione lavorativa ospedaliera al limite della legalità, e in burnout o in totale disapprovazione con le linee di condotta della dirigenza.
La tempesta perfetta per vedere quella che passerà alla storia, per tutti coloro che questo ormai lo fanno come professione, come la più grande disfatta sanitaria italiana dell’ultimo secolo.
Finisce l’epoca d’oro in cui alcuni politici ed istituzioni, potevano lodare il SSN, per le poche eccellenze presenti sul territorio, ignorando le gravi carenze e facendo orecchie da mercante quando giornalisti, sindacalisti e professionisti facevano notare la dura realtà.
Le carenze, rimangono tali, e molti se la prendono con le gestioni locali, che però hanno avuto la capacità di governare e andare avanti indisturbate per più di un trentennio, senza che qualcuno mettesse bocca sulle loro decisioni e sulle loro condotte che talvolta si sono dimostrate immonde. Le eccellenze dimostrano le loro fragilità, tra privatismi, ed interessi personali, con poca pianificazione sul miglioramento delle capacità di risposta in caso di maxi emergenza e migliorando solamente l’aspetto privatistico della sanità, rendendo gli ospedali, delle vere aziende capitalizzate.
Le eccellenze mostrate nei programmi televisivi inoltre, non sono quello che in realtà dimostrano, vendute come centri di eccellenza, ma che dimostrano bachi di marciume che imputridiscono il lato più profondo dei professionisti, spesso sottopagati, e così insoddisfatti da lasciare le aziende dopo nemmeno pochi mesi, per le condizioni lavorative al limite della legalità; condizioni che con la pandemia, son diventate ancora più pesanti.
L’Italia delle istituzioni e della dirigenza, mostra il peggio di se in fase di crisi, tra piani pandemici con irruzioni delle fiamme gialle in tutta Italia, e chi vuol vendere prodotti alle Regioni, in pieno contrasto con le linee guida anticorruzione, che inavvertitamente hanno aperto nuovi campi di indagini, quello che ne esce è un quadro astrattista dai colori cupi e sanguinolenti, simbolo di quelle vittime fatte certamente dal Covid, ma ancor più da chi non ha saputo gestire e non ha voluto gestire.
I professionisti sanitari si ritrovano a curare le ferite di questa gestione, rimanendo allo sbando, e valutando di cambiare luogo di lavoro in cerca di migliori situazioni. Le aziende sanitarie hanno perso tutta la loro rispettabilità agli occhi dei dipendenti e dei cittadini.
No, non guariremo dai giorni più duri.
Di questo passo, non guariremo dal male che ci appesta da ormai decenni, ben più grave e mortale del Covid-19: La corruzione della classe dirigente…
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