Il mondo dei social e della rivoluzione introdotta dall’internet 2.0 hanno dato tante opportunità di crescita e di evoluzione a idee, persone o associazioni di persone. Per molti di essi, il mondo dovrebbe ringraziare queste tecnologie, perché hanno portato un mutamento e un evoluzione alla nostra professione; ad alcuni soggetti invece, queste tecnologie hanno dato l’opportunità di condividere e diffondere odio e inutili criticismi.
Un qualcosa in cui mi imbatto spesso, sia nel mondo reale, che sui social, è l’odio immotivato da parte dei professionisti infermieri, specialmente italiani, nei confronti degli ordini professionali di appartenenza, a cui viene addossata la colpa di ogni sventura della professione, che essa sia contrattuale, salariale o normativa.
Personalmente, essendo iscritto agli ordini di due nazioni distinte, Italia e Regno Unito, posso certamente fare il raffronto dei servizi e degli obblighi messi in atto dagli albi delle due nazioni.
LEGISLAZIONE ITALIANA E BRITISH LEGISLATION
Gli inglesi hanno potuto vedere nascere l’Ordine degli Infermieri Inglesi (Nursing and Midwifery Council) nel 2001 grazie alla decisione del parlamento inglese di dare il potere ordinistico all’NMC grazie al Nursing and Midwifery Order 2001. Questa decisione portò alla decadenza del precedente collegio/ordine chiamato “United Kingdom Central Council for Nursing, Midwifery and Health Visiting” nato nel 1983 che a sua volta aveva sostituito il primo tentativo di creare un organizzazione collegiale formata dal “General Nursing Council for England and Wales” e altri sette ordini sparsi nel Regno Unito, inizialmente istituito con il “Nurses Registration Act 1919“.
In Italia invece, il primo tentativo di organizzare e riunire tutti i professionisti infermieri sotto un unico albo fu fatto nel 1954 con la Legge del 29 ottobre n. 1049 “Istituzione dei Collegi delle infermiere professionali, delle assistenti sanitarie visitatrici e delle vigilatrici d’infanzia” ;
L’organizzazione era su base provinciale, riunita ad un livello superiore sotto la forma di Federazione. La Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI diverrà operativa nel 1955 e con essa l’istituzione dell’obbligo di iscrizione agli albi professionali da parte dei professionisti esercenti. Il 15 febbraio con l’entrata in vigore della legge Lorenzin 3/2018 viene istituita la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) trasformando di fatto i Collegi in Ordini.
ORGANIZZAZIONE E DIVERSA NATURA DEI DUE ORDINI
L’NMC come lo conosciamo oggi, non è organizzato a livello provinciale, o in diverse sedi, ma esiste un unico grande ordine nazionale che racchiude tutti i professionisti. L’unica sede si trova a Londra e risponde di tutte le problematiche per tutti i professionisti in giro per il Regno Unito. Per affrontare questo, l’NMC ha un ottimo servizio telefonico per gli iscritti, e un sistema online molto funzionale. Inoltre sembra che abbia più di 400 dipendenti. Rimane il fatto, che se si è convocati presso il Council, bisogna andare fino a Londra.
Come tutti sappiamo, la FNOPI è una federazione di Ordini che sono organizzati a livello provinciale. Tutti questi enti sono parte della pubblica amministrazione e inquadrati come “ente pubblico non economico”.
I Consigli Direttivi e dei Revisori dei Conti sono eletti tra gli infermieri appartenenti a quell’Ordine e non percepiscono alcun stipendio. Può invece trovarsi necessario, che gli Ordini assumano uno o più impiegati amministrativi, che svolgono mansioni di ufficio per andare incontro alle necessità degli iscritti. Gli Ordini totali in Italia sono 103.
FUNZIONE DEGLI ORDINI: UK vs ITALIA
L’NMC afferma di avere quattro ruoli imporanti:
- Proteggere la Salute e il Benessere dei Cittadini
- Porre degli standard minimi di conoscenza e abilità che devono avere i professionisti infermieri
- Assicurarsi che gli Infermieri soddisfino questi standard minimi
- Avere un processo trasparente di come processa o investiga i propri infermieri
Il Ruolo dell’OPI invece è quello di:
- Redigere e conservare l’albo dei professionisti
- Proteggere la Salute e il Benessere dei Cittadini
- Redigere il Codice Deontologico e assicurarsi che i professionisti lo rispettino
- Promuovere la crescita professionale dei professionisti
- Valutare sospensioni o cancellazioni dall’albo degli iscritti non abili a lavorare per condanne penali definitive
POTERE DECISIONALE DELLA FNOPI E DELL’NMC
Questo è un punto critico.
La FNOPI e di conseguenza gli Ordini, hanno il potere di decidere sul professionista, solo qualora le pratiche e le azioni da lui messe in atto, siano contro il Codice Deontologico, oppure contro quanto stabilito dalla Legge Italiana. L’Ordine non legifera, ma si attiene a quelle che sono le normative nazionali. Questo difatti, ha creato non pochi problemi, considerando alcuni casi eclatanti di infermieri in corso di processo, che pubblicamente si sono considerati possibilmente non in grado di praticare, ma non sospendibili dall’ordine di appartenenza, fino condanna definitiva.
Gli Inglesi invece, con il loro NMC, hanno potere di legiferare all’interno della Legislazione Inglese. Questo significa, che hanno molto più potere o diritto di autonomia legislativa e di conseguenza esecutiva e giudiziaria. Tutto questo all’interno di un unico ufficio. Infatti, l’NMC può decidere di sospendere la tua registrazione, con conseguente perdita del ruolo lavorativo, per delle investigazioni o dei dubbi sulla tua abilità di praticare.
GIUDICATI DA PARI IN ITALIA DA UFFICIALI IN REGNO UNITO
Una delle critiche che personalmente muovo, nei confronti dell’NMC ma a difesa della FNOPI, è che alla guida, e nei ranghi, dell’NMC troviamo dipendenti, che niente hanno a che vedere con l’infermieristica, che non sono stati eletti dai propri membri, e che nonostante non abbiano background infermieristico, decidano sulle sorti di un professionista.
A difesa invece degli Ordini Italiani, a capo di ogni provinciale, troviamo chi è stato eletto democraticamente dai propri iscritti, e nel caso di un valutazione sulla capacità di esercizio, essa verrà condotta da soli Infermieri. I dipendenti amministrativi negli ordini, non hanno potere decisionale sulle sorti dei professionisti, e si dedicano a ben altri compiti.
IL BUSINESS DELL’NMC E L’ENTE NON ECONOMICO DEGLI ORDINI
L’NMC a tutti gli effetti risulta un ente economico che guadagna e addirittura ha una charity registrata. Dal lato economico, l’NMC ha un guadagno netto di 52 milioni di sterline l’anno, denaro totalmente reperito dagli iscritti.
L’Ordine Italiano invece è un ente pubblico non economico, dunque tutte le entrate devono essere riutilizzate per gli iscritti e si ha l’obbligo di una rendicontazione annuale che verrà presentata all’assemblea degli iscritti.
LA DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA NMC E FNOPI
Le differenze, finora segnalate sono molte, ma quello che differenzia sostanzialmente i due sistemi, è l’essenza degli stessi.
L’NMC è un ente regolatore, che spesso si pone come punitivo nei confronti del professionista, non è interessato e non investe denaro a dare risalto alla figura infermieristica, non esegue corsi di perfezionamento, ma ne delibera solo l’obbligo. Delle 120 sterline che si versano, l’unico servizio a disposizione è quello di avere diritto di svolgere la professione di infermiere. L’NMC non difende gli infermieri in campo contrattuale, a quello ci pensano i sindacati, non promuove la figura degli infermieri, a quello ci pensa il Sistema Sanitario o i Sindacati, non tutela i professionisti, che sono tenuti a registrarsi ai sindacati per difendersi talvolta dall’NMC stesso. Inoltre il ritardo di un solo giorno al pagamento della quota è sufficiente ad essere cacciato dall’intero ordine e non poter più lavorare. L’NMC non ha una vita associativa, nessun professionista può infatti partecipare attivamente alla vita di questo ente, e non si ha nemmeno l’impressione di farne parte. L’NMC non fornisce assicurazione o tutele legali.
L’Ordine invece, tendenzialmente prova a difendere l’immagine della professione, promuovendola su tutti i fronti. Spesso gli ordini organizzano eventi ECM, gratuiti o fruibili con piccoli contributi. Hanno delle sedi provinciali dove si invoglia e si promuove la vita associativa nei momenti di congressi o di corsi riunendo i professionisti di tutta la provincia. Raramente, la FNOPI interviene su argomenti di tipo contrattuale, non essendo questa funzione nel ruolo che riveste, essendo specifico impegno dei sindacati. Spesso gli Ordini, promuovono servizi, quali ad esempio consulenza legale, o in generale consulenza da parte del direttivo. Lavoro essenziale è quello di collaborare con gli enti locali per provare a raggiungere accordi su stabilizzazioni dei dipendenti o su altre vicissitudini. In riferimento alla nuova normativa sull’assicurazione obbligatoria, tendenzialmente indicono bandi pubblici per broker assicurativi, garantendo agli iscritti, la possibilità di sottoscrivere un assicurazione privatamente, ma a prezzi competitivi.
LE CRITICHE DEGLI INFERMIERI A NMC E FNOPI
In Inghilterra, non di rado, mi capitava di sentire colleghi lamentarsi del sistema messo in atto dall’NMC. Infatti come suddetto, spesso l’NMC viene visto come un mostro burocrate, pronto a punire gli iscritti ad ogni passo falso. Nel corso degli anni l’NMC è stato accusato di razzismo e bullismo, e di decine di controversie, tra le cui la perdita di dati sensibili. Inoltre alcuni anni fa, fu istituita una commissione di inchiesta per indagare sul loro operato.
In Italia, i colleghi invece, spesso si sentono poco tutelati dall’Ordine in campo contrattuale, che ovviamente sarebbe più un compito sindacale. Un altra critica ricevuta è la mancanza di copertura assicurativa nel costo della tassa annuale. Ovviamente, essendo un ente pubblico non economico, e vigendo la regola del libero mercato, l’Ordine non può fungere da broker assicurativo e non può costringere i propri iscritti a scegliere una specifica assicurazione. Inoltre i sindacati sembrano offrire di già questo servizio.
Infine, una terza critica comune è quella della scarsa difesa della professione e dell’immagine dei professionisti infermieri. Su questo sono in parte d’accordo, compito dei vari Ordini infatti, dovrebbe essere anche quello di spostarsi a livello politico, portando più professionisti nella “cosa pubblica” in modo tale da promuovere istituzionalmente la nostra figura e legiferare a favore.
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