Facebook, Twitter, e News di Google giornalmente sono inondate di articoli che pubblicizzano finte assunzioni in sanità. Solitamente i titoli delle notizie sono simili ai seguenti: “5000 assunzioni in Calabria” “Annunciate 2000 assunzioni in sanità” “CONCORSI INFERMIERI: in arrivo 4000 posti di lavoro”.
Anche i meno abili nel muoversi nei social noterebbero l’imbroglio che si nasconde dietro questi titoli fuorvianti. Blog monetizzati affamati di “Mi Piace” il cui unico obiettivo è vedere salire i guadagni.
“Condivisioni e Like” è la regola da rispettare, le finalità di un blog solitamente sono la divulgazione di idee, notizie e concetti, ma in questo caso no. La regola è monitorare quelle che sono le ricerche più effettuate e scrivere finte notizie o cattive letture a riguardo. Aperto il link solitamente ci si ritrova in un sito “pesante”, che fa fatica a caricare la pagina desiderata, ed appena l’articolo si presenta sullo schermo veniamo inondati da pubblicità e popup di iscrizioni a newsletter o a pagine facebook. Dopo aver superato tutte queste trappole digitali riusciamo a leggere l’articolo, che sostanzialmente non da nessuna vera informazione riguardo al “concorsone” pubblicizzato. Questi link, nonostante l’inutilità, risultano ad altissimo potere di Share, numeri rimpinguati anche da utenti dalla condivisione “facile”. Benché la maggior parte delle persone chiudano la pagina prima che sia finito il caricamento, contribuiscono ugualmente al ranking del sito facendolo balzare in alto nelle ricerche Google. Una strategia collaudata e che funziona che sta determinando la nascita di siti esclusivamente in cerca di like.
Ecco che della situazione lavorativa infermieristica rimane solo un vasto gruppo di finte testate giornalistiche che promettono lavoro, situazione aggravata dall’esiguità del numero di siti che invece fanno un lavoro prettamente informativo.
Ovviamente non sono solo i blog a fare uso di questa strategia, anche alcune testate giornalistiche online pubblicano articoli su concorsi pubblici e su lavoro, come strategia “necessaria” per la sopravvivenza del giornale. Va sottolineato che a dispetto dei primi annunci, aprendo quello pubblicato da quest’ultimi, ci troveremmo, il più delle volte, di fronte ad un vero e proprio annuncio di lavoro.
Il motivo? a differenza dei primi analizzati, i secondi hanno la necessità di offrire un prodotto omogeneo che attiri un numero vasto di utenti, convogliati in un unico sito internet, in cui reperire più informazioni possibile. La lotta dei secondi dunque, non è il semplice click, ma la permanenza di un utente sul sito in questione. Una lotta che ovviamente costringe a pubblicare, talvolta, articoli veramente al limite del ridicolo ma che, utilizzando la filosofia del “tutto fa brodo”, vengono comunque pubblicati e pubblicizzati su Facebook. Avremmo voluto citarne alcuni, ma considerando la suscettibilità di alcuni editori, abbiamo preferito evitare.
Prima di concludere abbiamo deciso di lasciarvi un link interessante del sito internet butac.it, uno dei più attivi nel campo della lotta alla disinformazione. Quest’ultimo infatti ha stilato una “black list” di siti web e blog, famosi per pubblicare bufale e falsità (LINK).