Introduzione
L’assistente infermiere ha diviso ancora una volta la professione infermieristica. Una nuova occasione per creare schieramenti interni in questa categoria che giustamente si ritrova a discutere e dividersi in differenti linee di pensiero. Una dinamica viva e presente in uno stato democratico, che non può essere eliminata o soffocata, ma incoraggiata e rispettata.
Sappiamo che la professione è ormai una fiamma costante, che trae il proprio carburante da ognuna di queste news, talvolte false o ingigantite e talvolta vere. Certo è che il malcontento degli infermieri difficilmente poi si ritrova nelle piazze, ma solitamente abita gli spazi privati o pubblici dei social network oltre che diffondersi tramite il chiacchericcio nelle corsie degli ospedali.
Come per ogni articolo su questo blog, ho evitato di pubblicare messaggi frettolosi e sensazionalisti col solo scopo di fare likes e visualizzazioni. Per questo motivo, atteso il tempo necessario, ho deciso di dedicarmi alla stesura di questo articolo.
Storia dell’Assistente Infermiere
Inizio ad analizzare questa nuova professione, partendo dallo smentire il concetto di “appena nata”. Il Nursing Assistant, o Assistente Infermiere, nasce in realtà nei primi anni del novecento nel mondo anglosassone per rispondere alla necessità crescente di mansioni infermieristiche non specializzate e di base, in concomitanza dei conflitti maggiori. Sebbene non sempre istituzionalizzato da una norma, l’Assistente Infermiere è stato a più riprese evoluto, aggiornato o promosso in molte nazioni avanzate e innovative in materia di sanità. Nazioni tra cui non è inclusa la bell’Italia.
In Italia se ne discute a più riprese nel corso degli anni, ma in realtà viene sempre marginalizzato da quell’arcobaleno di professioni di supporto all’assistenza quali OSS, OTA, ASA, OSS-S etc etc. Tale situazione fu in parte riordinata con il convogliamento (o eliminazione) di tutte le professioni nella figura dell’OSS e con il successivo Accordo Stato Regioni che con il DI 12 novembre 2001, 402, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 2001 diede vita alla figura dell’OSS con formazione complementare (anche detto “OSSS” o “OSS con la terza S”).
L’avventura dell’OSS specializzato, o con formazione complementare, fu pressoché un disastro. Gli infermieri non riconobbero questa professionalità e le aziende, sebbene formarono questi professionisti, non riuscirono mai a svilupparne il pieno potenziale. Molti OSS acquistarono i corsi con proprio denaro, ma furono amaramente compensati. Anche in quell’occasione molti posero il problema dell’incremento delle responsabilità senza aumento salariale.
Dopo più di vent’anni da questa norma, alcune regioni provarono a dare nuovamente vita a questa figura, data l’estrema richiesta del privato convenzionato, sopratutto nei campi socio-assistenziali e residenziali. Gli stessi enti pubblici a tutela della professione si opposero ad alcune “liberalizzazioni”.
Il cambio di rotta avvenne a ridosso con l’emergenza COVID. Molti richiesero una figura che fosse in grado di colmare un gap determinato dalla carenza di infermieri (nessuno si chiese però come realmente risolvere questo problema) e guardando oltre-manica si ritrovarono ad avere la risposta. Il governo di destra in carica dall’ottobre del 2022, instaurò un dialogo con le cariche della professione infermieristica e riuscì a portare a compimento una ulteriore modifica di questo mondo fatto di professioni ausiliari e subalterne.
Con gli Accordi Stato Regione Rep Atti N° 175/CSR del 3 Ottobre 2024 la Conferenza Stato-Regione ha decretato la nascita di questo profilo (documento allegato in questo articolo), oltre ad avere revisionato la figura dell’Operatore Socio Sanitario.
Gli ultimi mesi del 2024, sono dunque stati mesi caldi per sindacati, ordini e professionisti. Tra quest’ultimi, molti hanno parlato senza leggere nemmeno il documento appena approvato, cosa che ovviamente ha causato contestazioni infondate e leggerezze su cui forse si sarebbe dovuto fare più chiarezza.
Chi è l’assistente infermiere?
L’assistente infermiere è un operatore sanitario che, partendo dalla qualifica di OSS, ha seguito un percorso formativo aggiuntivo. Questa figura intermedia svolge un ruolo fondamentale nel team sanitario, collaborando attivamente con infermieri e medici.
Requisiti per diventare Assistente Infermiere
I requisiti per diventare Assistente Infermiere sono tutto sommato anche piuttosto stringenti. E’ richiesto:
- Di essere in possesso del titolo di Operatore Socio Sanitario o equipollente;
- Di essere in possesso di almeno 24 mesi di esperienza nel ruolo;
- Di essere in possesso di diploma di secondo grado quinquennale o equipollente.
In alternativa e se in mancanza di diploma di secondo grado quinquennale è richiesto:
- Almeno 5 anni di esperienza negli ultimi 8 anni
- Modulo aggiuntivo di formazione di almeno 100 ore
Quali sono le principali attività dell’assistente infermiere?
Le attività dell’assistente infermiere sono molteplici e variano a seconda del contesto lavorativo. In generale, si possono individuare le seguenti mansioni:
- Assistenza diretta al paziente: L’assistente infermiere fornisce assistenza ai pazienti nelle attività quotidiane, come l’igiene personale, l’alimentazione e la mobilizzazione.
- Supporto alle attività infermieristiche: Collabora con gli infermieri nello svolgimento delle procedure assistenziali, come la somministrazione di farmaci per via orale o la raccolta di campioni biologici.
- Attività di prevenzione e promozione della salute: Educa i pazienti e le loro famiglie sulle corrette pratiche igienico-sanitarie e promuove stili di vita sani.
- Gestione amministrativa e organizzativa: Si occupa della gestione della documentazione sanitaria e partecipa all’organizzazione del lavoro all’interno della struttura.
Nello specifico, le competenze acquisite saranno:
- Rilevazione di parametri vitali, segni e funzioni
- Eseguire ECG
- Rilevare parametri da puntura capillare
- Utilizzare dispositivi POCT
- Somministrare nutrizione enterale in caso di stabilizzazione clinica
- Effettuare aspirazioni delle secrezioni oro-faringee, naso-faringee, anche in assistiti con tracheostomia stabilizzata
- Effettuare cura e pulizia stomie
- In caso di stabilità clinica, preparare e somministrare farmaci per via orale, oftalmica, vaginale, rettale, topica e tramite accessi enterali stabilizzati. Sotto la supervisione dell’infermiere per via intramuscolare e sottocutanea
- Applicazione cannule nasali, maschere facciali per somministrazione ossigeno.
Quale sarà la Formazione dell’Assistente Infermiere?
La formazione di questa figura secondo me è un punto critico. Si richiede infatti 50 ore di formazione teorica in un lasso di tempo non inferiore ai 6 mesi e non superiore ai 12 mesi.
Si richiede almeno 1 ora di formazione in aggiornamento per ogni mese lavorato nell’anno in corso. Aggiornamento che viene richiesto nel triennio successivo a quello di raggiungimento del titolo.
I punti critici su cui bisognerebbe soffermarsi…
Nel corso di questo periodo ho ascoltato e letto i dibattiti che si sono innescati dopo la nascita di questa figura professionale. Molti quesiti sono stati sollevati e non posso che concordare sul fatto che alcuni di essi dovrebbero trovare una risposta nel breve periodo:
- Saranno previsti degli aumenti salariali per chi intraprende questa formazione?
- L’aumento di responsabilità concessa all’Assistente Infermiere espone l’infermiere che coordina il turno a rischi di natura civile e professionali?
- Preso atto che le responsabilità penali siano soggettive, le responsabilità professionali saranno a carico del neo-professionista con conseguente estensione della Legge Gelli? oppure lo “scudo” sarà l’unico professionista sanitario in turno?
- Esisterà un ente di controllo che monitorerà la conformità, la regolarità, la formazione e l’aggiornamento di questa nuova figura professionale?
- Come reagiranno gli infermieri all’arrivo dei nuovi Assistenti Infermieri? Riconosceranno le nuove competenze acquisite o si comporteranno come avvenne con l’avvento dell’OSS-FC?
Conclusioni
La formazione di questa figura è un altro tentativo di sopperire ad una carenza cronica di infermieri. La professione è sempre meno attrattiva e creare figure ibride è il risultato di una programmazione poco attenta. Nel breve termine potrebbe (e il condizionale è d’obbligo) diventare una soluzione tampone molto valida. Il sistema antiquato e baronale della nostra sanità però non permetterà nel lungo termine di valorizzare tale figura. Situazione già vista, tra l’altro, con l’esperienza dell’OSS con formazione complementare. In quanto a trasparenza inoltre, troviamo l’aver messo a tacere la questione e la scarsità di dialogo, un tentativo di ridurre il dissenso nella professione. Un dissenso che si esprime ormai nel più totale disinteresse alla realtà politica. Come in ogni articolo, lasciamo spazio per successivi aggiornamenti, sperando di ricevere risposte nel tempo, alle domande che sin dall’immediato sono state sollevate.
Fonti:
Celebrating National Nursing Assistants Week: We’re Unstoppable! – Grape Tree
https://www.grapetree.com/post/celebrating-national-nursing-assistants-week-we-re-unstoppable
OPERATORE SOCIO-SANITARIO CON FORMAZIONE COMPLEMENTARE IN ASSISTENZA SANITARIA (OSS-FC)
https://www.regione.veneto.it/web/sanita/operatore-socio-sanitario-con-formazione-complementare-in-assistenza-sanitaria-oss-fc
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