Vi ritrovare in un reparto, dove il carico assistenziale è ben oltre quello sostenibile dagli infermieri in turno (praticamente una percentuale molto alta dei reparti italiani), e siete costretti ogni giorno a rimanere in reparto per 30/60 minuti in più. Mettete ovviamente in pagamento/in monte ore, il tempo aggiuntivo svolto.
Un giorno però il vostro coordinatore, che sicuramente ha avuto una lamentela dalle risorse umane/professioni sanitarie, vi dice che non considererà più il vostro tempo aggiuntivo. Cosa c’è da sapere su questa pericolosa scelta?
Lavoro Straordinario
Partiamo dal concetto di Lavoro Straordinario, cos’è precisamente?
Il lavoro straordinario è tutto quel tempo lavorativo svolto dal dipendente, oltre l’orario lavorativo ordinario.
Come definito dal CCNL attualmente in vigore, il lavoro straordinario subisce una maggiorazione di compensazione. Può però succedere che alcune aziende, decidano di non pagare il lavoro straordinario, ma inserire il tempo prestato oltre l’orario ordinario in un monte ore. Il monte ore è un conteggio di tutte le ore aggiuntive svolte dal dipendente. Quest’ultimo ha il diritto di recuperare quel tempo, senza decurtazione dello stipendio. Il recupero deve avvenire nei 4 mesi successivi come da comma 6 dell’Art 31 del CCNL.
L’Articolo 31, Comma 3 e 4, del CCNL Sanità, impone come limite annuale di ore straordinarie, le 180 ore lavorative. Limite che si può estendere, solo in casi particolari, fino a 250 ore. L’emergenza Covid, può essere un caso particolare
Il comma 8 del suddetto articolo, impone come maggiorazione il 15% per straordinario diurno, del 30% per notturno o festivo e del 50% per notturno festivo.
Cosa fare se il coordinatore o l’azienda non vuole riconoscere gli straordinari?
Il lavoratore, nel caso il superiore o il coordinatore, non volesse riconoscere gli straordinari, dovrebbe tentare una conciliazione, inviando un sollecito, consegnato a mano, tramite raccomandata A/R oppure tramite PEC.
Se il tentativo di conciliazione non va a buon fine, è possibile rivolgersi al sindacato di appartenenza, richiedendo di far valere i propri diritti di lavoratore.
Altra alternativa è quella di segnalare la situazione all’Ispettorato del Lavoro della propria provincia e chiederne l’intervento. L’ispettore, dopo aver completato un verbale, proverà un tentativo di conciliazione. In caso di fallimento della conciliazione, provvederà a muovere sanzioni nei confronti dell’azienda.
Infine, si può procedere tramite avvocato. In questo caso, sarebbe opportuno avere un documento di richiesta da parte del coordinatore, delle ore di straordinario dovute.
Quali prove possiamo usare contro questo abuso?
La legge italiana, questo lo sappiamo, è una profonda area grigia. Dunque elencherò solo quelle che certamente, sono state riconosciute come prove a favore per il dipendente:
- Tabella Timbrature
- Richiesta di Lavoro Straordinario (Cartaceo o Digitale)
- Note Cliniche firmate, con orario al di fuori dell’orario ordinario
- SMS, Chat o Email che provano il lavoro straordinario svolto
- Foto o Video del Lavoratore, in ambito lavorativo, al di fuori dell’orario ordinario.
- Testimonianze dei colleghi
Attenzione però alla prescrizione, dopo 5 anni dal giorno in cui si è prestato il lavoro straordinario, non è più possibile richiedere il riconoscimento delle ore straordinarie prestate. In taluni casi, i 5 anni decorrono dalla cessazione del rapporto lavorativo. Ma questa è una tematica da discutere in modo più approfondito, in un altro articolo.
Spero dunque che questo articolo abbia chiarito, seppure in parte, i vostri dubbi sugli straordinari non riconosciuti.