La cannabis light o legale è la “novità” degli ultimi anni. Molte persone (apparentemente non tutte giovanissime) sembrano utilizzarla e la sua diffusione sembra dilagante. Ma cos’è la cannabis legale? che differenza c’è con quella terapeutica? Ma sopratutto cos’è la pratica di estrazione con il butano, che sta “spopolando” tra i consumatori di cannabis light?
Cos’è la Cannabis legale/light?
Per cannabis light si intendono tutti quei preparati in cui le concentrazioni di THC, ovvero la sostanza responsabile dell’effetto psicotropo (responsabile dell effetto “sballante”), sono comprese tra lo 0,2% e lo 0,6%. Viene definita light proprio in virtù della bassa concentrazione di THC se comparata a quella presente nella cannabis acquistata illegalmente o alla cannabis venduta in farmacia e destinata ad uso medico. Per rendere l’idea il prodotto più utilizzato a scopo terapeutico, il Bedrocan, ha una percentuale in THC pari al 22%.
In un intervista a Wired, Vincenzo Di Marzo, direttore dell’istituto di chimica molecolare del Cnr che da oltre 20 anni si occupa degli effetti fisiologici dei cannabinoidi, ha dichiarato:
“Il contenuto di Thc dichiarato è effettivamente molto basso per fare un paragone, le sostanze che venivano fumate negli anni ‘60 e ‘70 contenevano tra il 2 e il 4% di Thc, mentre le erbe moderne più potenti, come la skunk, superano il 20%”. Ed essendo proprio il Thc il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi della cannabis (e dei danni al neurosviluppo attestati in adolescenti e bambini), è probabile che uno “spinello legale” abbia effetti trascurabili.
“Esiste però una forte variabilità individuale nella risposta alla sostanza, e una certa differenza legata alla modalità di assunzione della sostanza, che rendono difficile dare una risposta univoca. Molto dipende inoltre da come si misura il contenuto di cannabinoidi. Nella pianta infatti non sono contenuti in forma attiva, ma in una non attiva, o carbossilata, che non produce effetti sul sistema nervoso. Il passaggio alla forma non carbossilata avviene con l’essiccamento e il riscaldamento, e quindi bisognerebbe essere sicuri delle percentuali di Thc in forma attiva presenti al momento del consumo, che spesso prevede il riscaldamento della sostanza, per poter ipotizzare i possibili effetti sul sistema nervoso”.
L’esperto ha concluso la sua intervista affermando che non esistono molti studi sulla farmacocinetica del Thc, ed è quindi difficile comprendere in che modo influenzerebbe l’organismo il consumo ripetuto di tanti spinelli contenenti bassissime quantità di Thc, rispetto all’utilizzo di dosi minori di sostanza più concentrata (tipico del consumo ricreativo attualmente illegale).
Ma la Marijuana non è tutta THC, infatti non dobbiamo dimenticarci del cannabidiolo. La situazione quando parliamo di cannabidiolo si fa più chiara. Si tratta di una sostanza perfettamente legale, di cui sono accertate le capacità antiansiolitiche e l’ottima tollerabilità. Su questo Vincenzo Di Marzo ha dichiarato:
“Gli studi effettuati fino a oggi dimostrano che ha pochissimi effetti collaterali, anche a dosi estremamente elevate, molto più alte di quelle presenti nella cannabis. Basti pensare che oggi è in fase di sperimentazione come antiepilettico per utilizzo pediatrico. E in alcune ricerche è stato utilizzato a dosi di 800 milligrammi per verificarne il possibile effetto antipsicotico, senza riscontrare effetti dannosi”.
C’è una differenza tra cannabis terapeutica e cannabis light?
Abissale! La cannabis terapeutica, a differenza della cannabis light, differisce principalmente per la quantità di THC e CBD presente. Questa differenza fa sì che quella terapeutica possa essere considerata un farmaco a tutti gli effetti utile per il controllo di nausea, vomito, mancanza di appetito principalmente nei pazienti sottoposti a chemioterapia e al controllo di alcune forme di dolore cronico come quello neuropatico. Non solo, altra indicazione è quella nel trattamento dei dolori da spasticità muscolare e nei casi di fibromialgia. Tale effetto può essere raggiunto solo attraverso l’assunzione di cannabis con concentrazioni di THC e CBD ben precise.
Inoltre esiste una differenza giuridica delle due cannabis. La canapa light può essere acquistata da qualunque persona maggiorenne, sia nei punti vendita fisici che nei negozi di cannabis online. La cannabis medicinale può essere comprata solo dietro prescrizione medica e presso le farmacie, e come risaputo la vendita risulta molto complessa.
Gli effetti terapeutici della canapa terapeutica di conseguenza sono chiare e scientificamente provate. La canapa light, grazie alle alte concentrazioni di CBD ha o può avere effetti positivi e rilassanti che escludono le controindicazioni e di conseguenza anche le funzioni terapeutiche di un’alta presenza di THC, la sostanza psicotropa che sballa. In sostanza, la cannabis light grazie ai CBD hanno funzioni rilassanti e antiansiolitiche, quella terapeutica è utilizzata in una vasta gamma di patologie più o meno gravi come trattamento sintomatico.
L’estrazione della resina di THC tramite la procedura a butano
Lo scorso ottobre, alcuni giornali hanno iniziato a segnalare questa nuova “moda”: l’estrazione col butano del THC dalle inflorescenze di cannabis light. Come detto la concentrazione della cannabis light deve essere inferiore a 0.6%, ma stando a quando affermato da questi giornali il risultato sarebbe anche 10 volte superiore (presumiamo dunque il 6%, dunque ancora di gran lunga inferiore ad una canapa terapeutica, che si aggira al 22%). In altri articoli invece si scriveva che la resina prodotta era circa al 98% pura estraendo la sostanza da circa 20/30 grammi di cannabis light. L’articolo segnalava che da 20/30 gr di cannabis light si formava una “dose drogante”.
Ma cos’à la resina di Cannabis estratta con il butano? Questa resina ha un nome, BHO ovvero Butane Hash Oil, anche conosciuto come budder, honey oil (olio di miele), shatter e dab, è un concentrato di Cannabis molto potente ottenuto tramite estrazione con butano. Questo gas viene iniettato a pressione in un contenitore allungato e di forma cilindrica contenente marijuana. In questo modo, il butano è costretto a passare attraverso tutta la materia vegetale della marijuana, portando con sè i cannabinoidi presenti nell’erba, prima di fuoriuscire come una miscela di butano e Cannabis. Successivamente, si lascia riposare qualche istante per permettere al gas di evaporare e, in un secondo momento, si sottopone ad un processo di spurgo, per rimuovere i residui tossici presenti (come lo stesso butano) ed ottenere così un concentrato di BHO il più puro possibile.
Non è di nostro interesse conoscere la procedura di estrazione, però cercando molti più report ed articoli, possiamo dire con certezza che questo sistema è utilizzato da moltissimi anni nella produzione di BHO con piante che normalmente hanno un altissima concentrazione di THC. Quello che dunque supponiamo sia accaduto, è che alcune persone abbiano deciso di provare ad utilizzare la stessa procedura sulla cannabis light per creare un prodotto finito, da considerarsi illegale nella legislatura italiana.
Gli allarmismi però crediamo siano da sciocchi. Come dichiarato in diversi articoli e giornali, per una dose di resina considerabile illegale ci vogliono circa 20/30 grammi. Su internet, in uno degli store online, si può notare che la cannabis light costa sui 70/80 euro per 10 grammi. Dunque per creare questa dose narcotizzante, di cui i giornali sono cosi terrorizzati, il costo sarebbe intorno alle 150/200 euro. Gli articoli sottolineano il fatto che il kit costi 80 euro e le bombole di butano solo un euro, ma sembrano totalmente dimenticare del costo della materia prima.
Concludendo, la cannabis ha ritagliato anno dopo anno un piccolo spazio in società, passando dal prendersi cura della salute dei nostri pazienti ed arrivando all’uso di tipo ludico. Sono certo che il metodo di estrazione col butano, che potrebbe essere utile dal punto di vista di formulazioni terapeutiche per alcuni dei nostri pazienti, non sia attualmente un rischio o un pericolo per la nostra società.