Sabin non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, cosicché il suo prezzo contenuto ne garantisse una più vasta diffusione della cura:
« Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo »
La storia di cui vi scriviamo è quella di Albert Sabin, il filantropo della medicina più “famoso” della nostra epoca. Definirlo famoso sembra a tratti esagerato, perché, nonostante in campo medico sia veramente conosciuto, le persone comuni spesso non hanno la minima idea di chi sia.
Ma chi è Sabin?
Sabin nacque nel ghetto di Bialystock, in Russia (oggi Polonia), il 26 agosto 1906. Figlio di un artigiano ebreo, emigrò a 15 anni in America. A 20 anni era uno studente modello di odontoiatria alla New York University; ma, dopo aver letto I cacciatori di microbi di Paul de Kruif, ne rimase affascinato, tanto da cambiare facoltà.
Nel 1931 si laureò in medicina e andò a lavorare presso l’università di Cincinnati (dove sarebbe rimasto 30 anni), divenendo assistente del dottor William H. Park.
“Iniziai quasi per caso . Avevo appena terminato gli studi di medicina a New York, nel 1931. Un mese dopo, scoppiò un’epidemia di polio. Avevo già fatto delle ricerche su questa malattia, che allora uccideva migliaia di persone… Fu il mio maestro, dottor Park (famoso per aver debellato la difterite), a consigliarmi di studiare la polio: quindi non fu una mia scelta. Fu l’unica volta che feci qualcosa dietro suggerimento di un altro”.
In questo periodo il giovane microbiologo fece la sua prima scoperta, una scoperta che avrebbe rivoluzionato completamente le conoscenze del tempo sulla natura del virus poliomielitico. Nel 1939 dimostrò che la sede prediletta del poliovirus è l’intestino: contrariamente a quanto allora si credeva, non si trattava di un virus “respiratorio”, ma di un virus “enterico”.
Nel frattempo la poliomielite nel mondo era in aumento: nelle zone temperate si registrava il maggior numero di casi. L’età più colpita era quella infantile, a partire dal secondo anno di vita. In Europa una delle maggiori epidemie di polio fu quella scoppiata a Copenaghen nel 1952, mentre in America si verificarono 57 mila casi (nel 1939 fu colpito anche il presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt). Nel resto del pianeta la situazione non era meno preoccupante.
Nel 1934 due studiosi americani, M. Brodie e J. Kolmer, annunciarono la scoperta di un vaccino efficace contro la poliomielite; ma fu un “fallimento”, con molti decessi. Ne derivò la sospensione di qualsiasi ricerca ufficiale sul vaccino antipolio. Tuttavia, nei segreti dei laboratori, le ricerche continuavano.
In questo periodo un altro ricercatore, sino allora sconosciuto, il dottor Jonas Edward Salk (1914-1995) mise a punto, utilizzando virus uccisi con formolo, tre vaccini contro la poliomielite. Bisognava però dimostrare che il preparato agisse come vaccino, cioè a protezione contro i virus naturali.
Il 26 aprile del 1954 la National Foundation for Infantile Paralysis (NFIP) varò ufficialmente il programma di vaccinazione di massa, per verificare la reale efficacia del vaccino realizzato dal dottor Salk. Furono vaccinati 422.743 bambini dai 6 ai 9 anni (ciascuno ricevette una dose di tre vaccini) e altrettanti bambini ricevettero un “placebo”.
Purtroppo il metodo Salk si rivelò inefficace, in quanto non garantiva una protezione assoluta, sicura al 100 per cento.
Nel frattempo Sabin…
Al Children Hospital di Cincinnati, Sabin (che rispettò sempre i meriti scientifici del dottor Salk) aveva finalizzato le ricerche per la messa a punto di una sospensione di virus attenuati e, nel 1953, presentò alla Commissione per l’immunizzazione del NFIP i risultati delle esperienze condotte all’inizio su 10 mila scimmie e 160 scimpanzé e, poi, su 242 persone. Poco dopo, a Singapore, vennero sottoposti a vaccinazione 200 mila bambini. Ma, per una serie di ragioni (anche di campanilismo), Sabin non fu creduto né seguito, almeno in patria. Così il suo vaccino trionfò nei paesi dell’Est prima che in America. La prima nazione a produrre il vaccino di Sabin su base industriale fu la Cecoslovacchia, poi la Polonia, l’Urss e la Germania Orientale. Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini dei paesi dell’Est, dell’Asia e dell’Europa.
Poiché nei suddetti paesi non si verificò più alcun caso di poliomielite, furono prodotti e immessi sul mercato notevoli quantitativi del vaccino Sabin “orale monovalente” contro il poliovirus tipo I, e poco dopo, anche il vaccino orale di tipo II (OPV) e il vaccino orale trivalente (TOPV) valido contro tutti e tre i tipi di poliovirus.
Seppure con ritardo, anche gli Usa seguirono il nuovo corso. Il 1962 e 1963 furono gli anni della svolta e della riconoscenza scientifica verso lo scienziato polacco.