L’era degli smartphone e dei tablet ha sollevato parecchie critiche dai tradizionalisti, che continuano a sottolineare la bellezza di mandare lettere e che, al più, credono che il modo migliore di usare le tecnologie informatiche sia imparare i linguaggi di programmazione. Questo, per quanto romantico, ha poco a che vedere con la realtà dei fatti. L’era dei social e degli smartphone stanno modificando il nostro modo di vivere, e non solo perché ora a cena bisogna sorbirsi colui che è “sempre al cellulare” ma perché effettivamente ha creato una rete globale e una velocità di trasmissione dati incredibile.
Molte insoddisfazioni sociali, sempre esistite, che determinavano isolamento e depressione, ora sembrano essere risolte dalla vita social. Inoltre sembra che, oltre alle applicazioni per mantenersi in forma e che monitorano il nostro stato di salute, siano in progetto alcune con lo scopo di migliorare l’umore.
E’ quanto detto dall’Ansa in un comunicato dove è stato sottolineato come gli smartphone e i tablet possono diventare strumenti per migliorare l’umore attraverso brevi e pratici esercizi, magari da fare quando si è a corto di altre risorse. Lo studio condotto da ricercatori della Facoltà di Psicologia dell’Università di Basilea e pubblicato sulla rivista ‘Frontiers in Psychology’ sembra aver dimostrato questi effetti.
Un ulteriore tassello di quella ‘M-Health’ che ha visto un ampio diffondersi di app per migliorare la salute, lo studio ha incluso 27 giovani uomini sani a cui è stata data la possibilità di fare micro-interventi di sostegno psicologico attraverso dei video di circa cinque minuti ciascuno. I partecipanti potevano scegliere tra vari moduli di esercitazione da svolgere in diverse situazioni di vita quotidiana. Alcuni, per esempio, hanno ricordato esperienze emotive, altri hanno ripetuto brevi frasi come forma di meditazione o giocato con i loro gesti facciali, altri si sono concentrati sulle sensazioni fisiche e l’auto-percezione del corpo.
Sicuramente un grande passo, nella “tecnologia del bene” che dovrebbe, almeno per il momento, far tacere i bigotti della tecnologia.