Noi di The Nursing Post siamo sempre stati dalla parte delle vaccinazioni, un pò per il nostro carattere meramente scientifico, che ci allontana da tutto ciò che sembra essere associato a magia e superstizione; un pò per l’ovvietà dei dati disponibili.
Molte malattie “dimenticate” faranno capolino tra qualche anno e questo è ormai certo.
Secondo i dati sono scese al di sotto del 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B e la percentuale scende ulteriormente per le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia che raggiunge una copertura dell’86%, in calo di oltre il 4% in appena un anno. Le conseguenze, sottolinea Ricciardi, sono per tutta la collettività. «Se non si ha più la cosiddetta `immunità di gregge´ – ricorda l’esperto – aumenta il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate non siano riconosciute e trattate in tempo».
Salgono le morti evitabili. “Il calo delle coperture vaccinali – spiega Alberto Villani, a capo della Pediatria generale e malattie infettive dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma – è responsabile dei numerosi casi di morbillo e della presenza di malattie che potevano già essere debellate, come ad esempio la pertosse, causa del decesso di alcuni lattanti recentemente. Il fenomeno – aggiunge – è in gran parte dovuto a una cattiva informazione. Molte famiglie si collegano al web, senza verificare la qualità dell’informazione. Non seguono le indicazioni del ministero della Salute e non chiedono consigli a persone competenti. Così tanti bambini non vengono sottoposti ai richiami vaccinali, a 6 o a 12 anni, e si ammalano a volte contagiati da un adulto”.
L Italia dal 2000 ad adesso ha ridotto drasticamente il numero di vaccinazioni avvicinandoci sempre più ai valori dei paesi dell’Est.
Ma perchè accade tutto questo?
Il motivo sono le centinaia di blog e siti di disinformazione che mascherati da paladini attivi “contro la casta farmaceutica” scoraggiano una delle usanze mediche più sicure e necessarie.
Le vaccinazioni hanno dei rischi ma nulla in confronto a contrarre la malattia stessa!
Facciamo un esempio:
IL VAIOLO
Il vaiolo, malattia ormai eradicata (proprio grazie all’uso dei vaccini), ha una mortalità media del 30%.
Il rischio di contrarre il vaiolo se si è vaccinati invece si aggira intorno al 5% (a seconda del tempo passato dalla vaccinazione 1.3% se negli ultimi 10 anni, >7% se dopo i 10 anni, >11% se dopo i 20 anni). Bisogna poi ricordare che solo il 30% di questo 5% morirebbe.
Il rischio causato dal vaccino stesso (allergie o altro) è dello 0.1%, effetti però non mortali. Gli effetti mortali sono di 1 su MILIONE.
Alcuni potrebbero dire che con gli attuai farmaci potremmo contrastare una possibile nuova epidemia. Su questo bisogna sottolineare che come in passato è stato dimostrato e poi affermato da Epicentro
Siccome il vaiolo è causato da un virus, il trattamento con antibiotici non è efficace. Non esiste un trattamento specifico e l’unico modo di prevenirlo è la vaccinazione. […]
Questo esempio può essere fatto su tutti i vaccini. Le percentuali si avvicinano o si allontanano da queste a seconda della tipologia di vaccino e virus. In quasi la totalità dei casi la vaccinazione però resta il modo migliore per contrastare la malattia. Nelle vaccinazioni per le influenze stagionali è meglio chiedere informazioni al vostro medico curante. Dai dati raccolti tali vaccinazioni sembrano molto importanti quando si parla di pazienti debilitati da malattie croniche o di pazienti fragili (bambini ed anziani). Se fate parte della restante popolazione è una vostra scelta personale decidere se ridurre i rischi di contrarre l’influenza correndone però degli altri (seppur in minima parte).