L’impulso del battito cardiaco in questa aritmia non parte più dal nodo seno-atriale ma dalle aree che circondano lo sbocco delle vene polmonari in atrio sinistro. Le pareti degli atri ‘fibrillano’ e non si contraggono in modo sincrono. Gli atri “battono” ad alta frequenza in maniera completamente caotica (nel flutter invece battono ad alta frequenza ma in modo ritmico); le cose si complicano quando anche i ventricoli rispondono ad elevata frequenza. La complicanza più temibile della fibrillazione atriale (e del flutter) è l’ictus tromboembolico, che si verifica perché il cuore non si contrae in modo completo, il sangue può ristagnare in una parte dell’atrio sinistro, può coagulare, dare luogo alla formazione di trombi che, immessi in circolo, possono fermarsi a livello di una arteria, come quelle cerebrali (ictus) o a livello dell’intestino (infarto intestinale), dei reni (infarto renale) o degli arti.
La fibrillazione atriale può essere causata da tutte quelle condizioni che provocano una dilatazione degli atri (es. insufficienza mitralica, ipertensione arteriosa), dalla cardiopatia ischemica, dall’ipertiroidismo, dall’abuso di alcol (soprattutto il binge drinking), dall’infiammazione, dalle pericarditi, dalla malattia del nodo del seno. L’età e il diabete rappresentano altri fattori di rischio.