La professione Infermieristica non può vantare una storia idilliaca, ma al contrario, una storia di lotte e difficoltà. L’utilità sociale e i diritti acquisiti nel corso degli anni la rendono una tra le più importanti professioni esistenti.
ANTICHITA’
In antichità l’assistenza era affidata alle madri e alle mogli che si occupavano dei propri mariti e dei propri figli, garantendo un assistenza continua. Ma questo genere di assistenza ancora era troppo lontana dalla nostra realtà per essere definita infermieristica.
NEL MEDIOEVO
I primi accenni di assistenza organizzata (simile a quella erogata dai primi infermieri) la possiamo vedere nel medioevo. Nonostante le difficoltà sociali, che malvedevano il contatto con i corpi (prerogativa delle donne sposate e delle prostitute) il tutto iniziò ad essere affidato agli ordini monastici e religiosi che fino all’età moderna continuarono a dispensare assistenza. Uno degli esempi più importanti in Italia è Santa Caterina da Siena, che metteva in pericolo la propria vita per assistere i malati di Peste. In questo periodo l’assistenza viene considerata più una vocazione che una professione, cosa che rimarrà tale fino al 700.
NEL 700
Negli Stati Uniti, le rivoluzioni e le epidemie, resero l’assistenza Infermieristica (ancora non propriamente definita) molto importante, tanto che iniziò ad essere inclusa anche negli ospedali dell’epoca. La necessità di aumentare l’igiene e gli standard di vita, resero la figura dell’infermiere molto ricercata, ma le condizioni lavorative misere portarono ad una perdita dello Status Sociale.
NEL 800
Nell’800, il cambiamento sociale, che porto gli artigiani ed i contadini a trasferirsi per lavorare nelle prime industrie, portarono le città al sovraffolamento. Le scarsissime condizioni igieniche presenti nelle case degli operai, che solitamente lavoravano fino allo stremo (anche più di 12 ore al giorno), portarono le città ad affrontare le prime epidemie di colera. Questa nuova emergenza sanitaria richiese un maggior numero di “infermieri” che lavorassero per la comunità.
Nel 1854 l’Inghilterra entra in guerra con una spedizione nel Mar Nero, in Crimea, con i francesi, in aiuto alla Turchia contro la Russia. La campagna militare inglese fu positiva ma incombe un grosso problema: i feriti e i malati della guerra morivano per mancanza di assistenza. Il ministro della guerra inglese Herbert inviò la Florence Nightingale in Crimea con un gruppo di infermiere in qualità di sovraintendente del corpo delle infermiere degli ospedali inglesi in Turchia con il compito di organizzare la sfera assistenziale. Le principali cause di morte erano dovute alle epidemie di colera e di tifo, alla gangrena e alla dissenteria, ma non strettamente correlate alle ferite di guerra. Florence Nightingale attuò una serie di provvedimenti quali:
- Pulizia degli ambienti;
- Camicie, lenzuola e biancheria;
- Lavanderia con una caldaia per bollire tutta la biancheria;
- Cucina per diete speciali;
- Stanze per l’alloggio delle infermiere.
In soli 6 mesi Florence Nightingale portò la mortalità dal al 42% al 2%.
Un risultato del genere iniziò a modificare l’idea dell’infermiere e dell’importanza dell’assistenza infermieristica, iniziando ad essere definito come:
“simbolo di forza, misericordia, padronanza di sé di fronte al dolore, altruismo e solidarietà.”
Nel 1860 pubblicò il libro “Notes on Nursing” e fondò la “Nightingale Training School for Nurses”. La scuola viene basata su due fondamentali principi quali:
- L’internato obbligatorio delle allieve nella “casa dell’infermiera” -> l’intento della Nightingale è di formare il carattere dell’infermiera secondo criteri morali estremamente rigidi.
- La formazione infermieristica basata sul sapere, l’istruzione e la conoscenza -> lezioni teoriche giornaliere vengono impartite da medici, infermieri e capo reparto e le allieve sono sottoposte ad esami e verifiche. L’istruzione secondo Nightingale non prevede alcuna interferenza nell’ambito medico, senza la sovrapposizione di attribuzioni, ma piuttosto le figure di infermiera e medico si sostengono a vicenda per il bene del malato.
In Italia la figura dell’Infermiere continua ad essere prerogativa degli ordini monastici, fino al 1853 a Napoli dove viene fondata una prima scuola per infermieri. Nonostante tutto, continua tutto ad essere in mano agli ordini religiosi che continuano a dare assistenza, anche a domicilio.
NEL 900
Nel 900 inizia il riordino e la crescita professionale. Le teorie della Nightingale e la formazione sempre crescente, determina una massiccia evoluzione della figura infermieristica che grazie alla sua rapida ascesa si prefigge mete sempre più ambiziose.
La prima rivista infermieristica risale al 1900, ovvero l’American Journal of Nursing (AJN), gestita e pubblicata unicamente da infermieri.Nel 1909 apre la prima scuola universitaria di assistenza infermieristica in Minnesota.
Nel 1919 la Rockfeller Foundation fonda la Committee for the Study of Nursing Education per analizzare la formazione infermieristica negli Stati Uniti. La sociologa Josephine Goldmark venne messa a capo della commissione composta inoltre da Annie W. Goodrich, M. Adelaide Nutting, and Lillian Wald. Nel 1922 si giunge alla pubblicazione di un rapporto noto come Goldmark Report, nel quale si evidenziò che la qualità dei programmi di formazione erano inadeguati, e si raccomandava inoltre di:
- separare la dirigenza delle scuole infermieristiche dalla dirigenza ospedaliera
- la settimana di studio/lavoro degli studenti non doveva superare le 48 ore
- obiettivo dei programmi di tirocinio doveva essere la formazione e non la copertura del servizio
- ridurre la frequenza a 28 mesi
- puntare alla formazione universitaria dei futuri insegnanti
Inoltre, in funzione di quanto scaturito dal rapporto, la Fondazione Rockefeller finanziò un modello sperimentale di formazione infermieristica che divenne in seguito la Yale School of Nursing, ovvero la prima scuola autonoma di infermieristica con un proprio preside, docenti, bilancio, e lauree conformi alle norme universitarie. Considerato un punto fondamentale nella storia dell’educazione infermieristica, i risultati di questo rapporto facilitarono il passaggio dalle scuole infermieristiche ospedaliere all’università negli Stati Uniti.
Nel 1965 il rapporto “Lysaught Report” della National Commission on Nursing and Nursing Education, analizzò numerosi problemi infermieristici fra cui: “il chiarimento dei ruoli e delle funzioni infermieristiche, l’educazione infermieristica e le opportunità di carriera per gli infermieri.”
In Italia
Edoardo Manzoni, Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica, Milano, Masson, 2005.Ruth Craven e Constance Hirnle, Principi fondamentali dell’assistenza infermieristica, vol. 1, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2007.
Nicole Bizier, Dal pensiero al gesto, Milano, Srobona, 1993.
Lillian Sholtis Brunner, Doris Smith Suddarth e Suzanne C. OʼConnell Smeltzer, Infermieristica medico-chirurgica, vol. 1, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2010.