In pazienti con malattie croniche, in stato avanzato e con nessuna possibilità di guarigione, la libera scelta del paziente è il tema più importante da trattare. Infatti, per legge, come per codice deontologico, bisogna rispettare la scelta del paziente, evitando però, che il tentativo di soddisfare i bisogni della persona ci facciano cadere nell’illegalità.
Sappiamo tutti che esistono delle diatribe tra chi vuole dare più libertà al paziente e chi invece vorrebbe limitarle, ma consigliamo, quando si è in dubbio, di consultare il proprio codice deontologico (in queste occasioni risulta sempre molto utile. PDF)
CURE PALLIATIVE
Le cure palliative secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sono rappresentate dall’insieme degli interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla cura attiva, totale, di malati la cui malattia di base non è più responsiva alle cure specifiche.
L’obiettivo di una cura palliativa è quella di migliorare la qualità di vita del paziente e dei familiari. In particolare le cure palliative mirano a controllare i sintomi, il confort, la cura delle relazioni e il rispetto delle emozioni del paziente e della famiglia.
EUTANASIA
Secondo Treccani Eutanasia è un azione od omissione che, per sua natura e nelle intenzioni di chi agisce (eutanasia attiva) o si astiene dall’agire (eutanasia passiva), procura anticipatamente la morte di un malato allo scopo di alleviarne le sofferenze. In particolare, l’eutanasia va definita come l’uccisione di un soggetto consenziente, in grado di esprimere la volontà di morire, o nella forma del suicidio assistito (con l’aiuto del medico al quale si rivolge per la prescrizione di farmaci letali per l’autosomministrazione) o nella forma dell’eutanasia volontaria in senso stretto, con la richiesta al medico di essere soppresso nel presente o nel futuro.
Vedendo le due grandi differenze, spesso la gente comune non comprende cosa sia la sedazione palliativa.
LA SEDAZIONE PALLIATIVA
La Sedazione Palliativa è usata quando un paziente non può assolutamente alleviare le sofferenza con l’uso degli antidolorifici e per continuare a garantirgli la libertà di non sentire dolore, si da la possibilità di deprimere farmacologicamente il livello della consapevolezza per alleviare le sofferenze.
Il paziente resterà sedato fino a quando la morte, CAUSATA DALLA MALATTIA, non sopraggiungerà NATURALMENTE.
La sedazione palliativa è un diritto di tutti i cittadini nonchè un dovere clinico ed etico dell’operatore sanitario.
Il Codice Deontologico Infermieristico Italiano cosa dice a tal proposito?
Articolo 6
L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale della persona e interesse della collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione.
Articolo 8
L’infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito.
Articolo 9
L’infermiere, nell’agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere
Articolo 34
L’infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore ed alleviare la sofferenza. Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari.
Articolo 35
L’infermiere presta assistenza qualunque sia la condizioni clinica e fino al termine della vita dell’assistito, riconoscendo l’importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale.
Articolo 38
L’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall’assistito.
Siamo convinti che la professione infermieristica crescerà anche grazie alle nuove ideologie etiche e morali, che cambiano col cambiare della società. Il Codice Deontologico Infermieristico è ciò che ci mantiene saldi su quella che è la nostra professione, evitando che situazioni “particolari” possano trasformare la figura infermieristica. Raccomandiamo sempre, anche per semplici dubbi, di confrontarsi con il Presidente del proprio Collegio Provinciale, che vi darà chiarimenti riguardo gli aspetti deontologici e giuridici.